Famiglie nobili calabresi  

ELENCO GENERALE
DELLE
CASATE CALABRESI
FORMALMENTE RICONOSCIUTE DALLO STATO ITALIANO


(famiglie nobili calabresi i cui titoli nobiliari e predicati feudali siano stati formalmente riconosciuti dal Regno d'Italia, nonchè dall'attuale Repubblica Italiana, quest'ultima ai sensi del secondo comma della quattordicesima disposizione transitoria e finale della costituzione Repubblicana, per la quale i predicati nobiliari esistenti prima del 28 ottobre 1922 vanno come parte del cognome sulla carta di identità).



ELENCO



ROMANO



Titoli: patrizio di Tropea

Dimora: Tropea

Il Candida ritiene che la famiglia sia originaria di Roma, passata poi in Amalfi, Sorrento, Napoli e successivamente in Calabria. Aggregata al patriziato di Tropea il 21 agosto 1572 con GILBERTO; ADEMARO (Scalea 1280 – Scalea 1343) “cubiculario (maggiordomo di camera del re) e familiare” di re Roberto d’Angiò e protontino in Calabria, dove stabilì la sua famiglia in Tropea e Rossano, valoroso soldato e vice ammiraglio, capo della spedizione che fu inviata in aiuto del principe di Taranto fratello di re Roberto, per il suo grande valore militare creato Grand’Ammiraglio del Regno nel 1327, sepolto nella Parrocchia di San Nicola di Platea nella città di Tropea, nella cappella di Santa Caterina d’Alessandria. L'ammiraglio si trova qui sepolto in quanto egli, avendo sostenuto le spese per la costruzione della cappella, prima dedicata a S. Giovanni Battista e poi a S. Caterina d'Alessandria, ottenne da papa Giovanni XXII il diritto di “jus patronato” sul sacro edificio, il sarcofago venne profanato e danneggiato nel corso del saccheggio compiuto dai Turchi nel 1552, i quali, capeggiati da Dragut Rays, avrebbero portato via la spada in argento di Ademaro. Il casato ascritto nel Registro delle Piazze Chiuse come patrizio di Tropea. Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922. Discendente della precedente famiglia dal ramo di Sorrento, passata in Campobasso e trasferitasi in Castelnuovo della Daunia (Fg) con AGOSTINO verso la fine del XVIII secolo.

Iscritta nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, e nell'Elenco Ufficiale della Nobiltà Italiana.

ARMA: d'azzurro alla banda d'oro accompagnata in capo da un leone coronato dello stesso, linguato di rosso, ed in punta da tre stelle d'oro in banda.







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